sabato 1 agosto 2009

Ancora senza cassa integrazione straordinaria i lavoratori licenziati da ex Primamoda PMC ed ex MS Abbigliamento Romanore.

Dopo oltre sei mesi dal licenziamento, i lavoratori e le lavoratrici di PMC ex Primamoda, il calzificio di Casalromano fallito su richiesta degli operai e della coop Chipper ex Ms Abbigliamento di Romanore cche da mesi non pagava stipendi e tredicesima, devono ancora arrivare i compensi della cassa integrazione straordinaria che spettando ai dipendenti.
Dopo mesi di lotte, di lungaggini burocratiche e difficioltà di goni tipo i lavoratori di queste fabbriche, non hanno ancora percepito i circa 800 euro mensili che spettano loro per la chiusura delle produzioni a cui lavoravano anche da decenni. Monica Perugini capogruppo in consiglio provinciale di Mantova per COMUNISTI SINISTRA POPOLARE, ha inviato un ennesimo sollecito alla direzione provinciale dell'INPS perchè intervenga prontamente coi pagamenti, visto che le procedure sembra siano state evase definitivamente. La direttrice dell'INPS dr.ssa Manni ha risposto assicurando che i pagamenti sono in corso: STA DI FATTO CHE COME BENE RICORDA ROBERTA GIOMA ex operaia Sogefi oggi in Cigs, nella lettera che puoi leggere nel commento e trovi su www.proletaria.it, , per gli operai licenziati da un padronato che non si accontenta mai dell'elevato guadagno accumulato negli anni, oltre il male c'è la beffa dei ritardi e di lungaggine amministrative che non tengono conto della realtà oggettiva del mondo del lavoro che deve sopravvivere con meno di 800 euro al mese, cercado di riqualificarsi e rientrare in una realtà occupazionale che oggi non c'è.

1 commento:

monica ha detto...

Roberta Gioma Operaia in Cigs Sogefi Filtration Mantova replica agli attacchi del segretario provinciale della CISL


Il segretario Fim Cisl di Mantova in questi giorni ha scritto sulla stampa locale prendendo a pretesto, come spesso è accaduto, un argomento sindacale (un rinnovo contrattuale, un accordo confederale o altre vicende sindacali) per scaricare le proprie ansie sulla Fiom Cgil, ovvero sulle persone che, in diversi modi, rappresentano questa organizzazione o semplicemente vi appartengono.
Questa volta è ricorso a termini impegnativi come «... la coerenza (della sua organizzazione) l’iperbole ideologica, conservativa, il grave e colpevole conservatorismo radical-rivendicativo, l’inutile affanno intellettuale (della Fiom) e il gravoso ritardo alle esigenze del paese e delle imprese...».....
Pare non manchi proprio nulla. Io ho lavorato per molti anni in una fabbrica metalmeccanica (la Sogefi Filtration di Mantova appartenente al gruppo CIR Di Benedetti, chiusa lo scorso anno nonostante la innegabile produttività dello stabilimento mantovano) e per molti anni le mie colleghe e i miei colleghi (non solo gli iscritti alla Fiom) mi hanno eletta, insieme ad altri, in loro rappresentanza.
Lo scorso anno quella fabbrica, nella quale lavoravano 200 persone con una famiglia da portare avanti, ha chiuso i battenti perché non guadagnava abbastanza. Proprio così, non guadagnava abbastanza!
Non c’è stato verso di far cambiare idea alla proprietà: non solo, abbiamo dovuto sputare l’anima per ottenere due anni di cassa integrazione straordinaria (la stampa anche nazionale si è occupata a lungo della vicenda).
A quel tempo tuttavia, c’era chi riteneva che un anno di Cigs poteva anche essere sufficiente perché tanto il cosiddetto tessuto produttivo locale avrebbe permesso di attutire il colpo, di assorbire la manodopera e che non era il caso di fare lunghe lotte, di radicalizzare lo scontro, di avere posizioni rigide (ideologiche?) e via dicendo...
Mi fermo qui perché il resto, il quotidiano, è sotto gli occhi di tutti. Tuttavia quei due anni di Cigs mi stanno permettendo di frequentare un lungo corso di formazione promosso dalla Provincia di Mantova per raggiungere una specializzazione che, spero, potrà permettermi di trovare lavoro. Ho letto la piattaforma per il rinnovo del Ccnl presentata dalla Fiom e ho letto anche quella presentata da Fim e Uilm: si pensi nelle richieste economiche la Fiom chiede che l’aumento salariale (130 euro mensili in due anni) sia riconosciuto anche ai lavoratori in Cigs e a questo riguardo voglio ricordare che si sta parlando di persone espulse dalle aziende metalmeccaniche che faticano parecchio ad arivare alla fine di ogni mese con la cifra di euro 780, ovvero quanto permette la "cassa" stessa.
"Coerentemente" la Fim Cisl non ha presentato questa richiesta (si accenna all’istituzione di un fondo per un generico sostegno), mentre voglio sottolineare che solamente il "colpevole conservatorismo radical rivendicativo, l’iperbole ideologica, conservativa e l’inutile affanno intellettuale...." di cui parla la Cisl, hanno portato la Fiom Cgil a cercare di dare un po’ più di tutela e dignità (proprio così!) ai lavoratori. Ma ovviamente, tutto questo produrrà un gravoso ritardo alle esigenze del Paese e delle ......imprese!