mercoledì 14 maggio 2008

BASTA ATTACCHI DAL PAPA A LEGGE 194, CONTRACEZIONE, DIVORZIO, UNIONI CIVILI.

Leggi nel post la lettera di Scilla Alberini, Patrizia Quadri, Livia Fenaroli, Monica Perugini, Ilaria Reggiani, Sabrina Simoncelli, Adriana Gaio, Debora Guerra, Cesarina Pavesi, Silvia Rossi, Silva Grossi, Vittoria Sarcuni, Cecilia Avanzini, Elisabetta Arcari, Marzia Acerbi.
adesioni a: colpodistreghe@libero.it pdci1921@alice.it

1 commento:

monica ha detto...

LEGGE 194: ANCORA ATTACCHI DAL VATICANO.
Il Vaticano, con tutto il suo potere, butta la maschera e all'indomani delle elezioni, attacca frontalmente la legge 194 che, da 30 anni, regola e previene in Italia l'interruzione volontaria di gravidanza. Lo "storico" Movimento per la Vita, quello che inutilmente aveva chiesto l'abrogazione della legge tramite referendum e che mai ha cessato la sua crociata fondamentalista, una delle principali associazioni dell'integralismo cattolico antiabortista, ricevuto giorni orsono in Vaticano, ha ottenuto la risposta pubblica che si aspettava: Ratzinger, infatti, ha dichiarato che la legge 194 “ha inferto una ferita alla società italiana e a trenta anni dalla sua entrata in vigore è di fatto "più difficile difendere la vita". Ratzinger ha poi richiamato “all'ordine” i cattolici in una vera e propria presa di posizione politica: “invito i credenti – ha detto il capo del Vaticano - a testimoniare in maniera concreta che il rispetto della vita è la prima giustizia da applicare".
Il Papa, appena un mese fa, aveva ricordato che anche il divorzio è una colpa grave, una "piaga", mentre la settimana scorsa, aveva ribadito l'attualità dell'enciclica di Paolo VI del 1968 contro contraccezione e aborto, mentre chiedeva esplicitamente alle "istituzioni uno sforzo per aiutare con ogni mezzo la famiglia, fatta dalla unione tra uomo e donna".
Insomma il Vaticano fa politica, detta le regole: mezzi di informazione e governo gli prestano ascolto e non aggiungono una parola sul fatto che vietare, oggi, nel 2008, in un mondo i cui abitanti per i 2/3 vivono una condizione stabile di miseria, guerra e malattia indotta dalllo sfruttamento capitalistico, prevenzione e contraccezione, significherebbe condannare a morte per malattia milioni di persone: altro che vita! Quelli che soppravvivono, poi, potrebbero morire, da adulti, così come da bambini, neli conflitti senza fine che insaguinano il mondo per il controllo di petrolio, ricchezze naturali, territorio e... acqua. Senza contare come la persistente intolleranza omofobica del Vaticano, spingerebbe ad emarginazione e privazione di diritti migliaia di cittadini/e o meglio alla regrissione culturale una società intera.
Sarebbe inutile ripetere che la divisione fra Stato e Chiesa è principio fondamentale della nostra Repubblica e che un esponente religioso, per quanto potente ed influente, non può intromettersi negli affari di uno Stato, anche se oggi governato da una coalzione "amica", ma è evidente che dobbiamo rifarlo e non stancarci di lottare per difendere i diritti che le donne hanno conquistato in decenni di lotte ed impegno sociale.
Ricordiamo: nel 2005 le IVG sono state 103.033, -2.1% rispetto al 2005 e -44.6% rispetto al 1982. Sono in aumento gli interventi effettuati dalle donne straniere dal 20.1% sul totale nel 1996 al 29.6% del 2005, a fronte di un forte aumento della popolazione straniera in Italia.
Per area geografica le IVG si praticano maggiormente al nord: 60.280 nel 2005 con una diminuzione costante che rispetto al 1983 è del 42.8%. Poi il centro: 29.500 IVG -43.7% dal 1983, il Sud 31.143 -45.8% e le isole 11.867 -36.5%.
La stessa recente relazione dell' (ex) Ministero della Salute presentata in Parlamento, studiando l'evoluzione del fenomeno, affida a istituzioni e governo il compito del raggiungimento delle finalità primarie della Legge, cioè la cancellazione dell'aborto clandestino, fine che la legge sta conseguendo brillantemente e la promozione di una sempre maggior consapevolezza verso una procreazione consapevole per evitare di considerare l'aborto quello che non è, ovvero un mezzo per controllare le nascite.
Ricordiamo che la battaglia non è vinta: la conferenza Stato Regioni del marzo scorso, ha replicato come inaccettabili, le proposte di Lombardia e Veneto di introdurre termini restrittivi per le eccezioni di IVG per motivi terapeutici, continue sono le polemiche e gli impedimenti posti all'uso di "pillola arbotiva" e "pillola del giorno dopo", il sistema sanitario vigente (sia privato che pubblico -ma di fatto gestito direttamente dai partiti che governo le giunte regionali e che in tal modo vantano una comptenza divenuta "riservata") permette un vastissimo ricorso alla obiezione di coscienza, giacchè subordinato ai voleri dei direttori delle strutture ospedaliere, mentre le IVG ormai abitualmente, vengono eseguiti da "medici a gettone" che, alla faccia della tutela della salute della donna, intervengono a chiamata, con una sorta di compenso a cottimo, così come assistiamo al ritorno delle pratiche clandestine, soprattutto a danno delle immigrate.
Per difendere la salute delle donne, i servizi pubblici sociali improntati al principio dell'eguaglianzia, rivendicare l' autodeterminazione delle donne a decidere del proprio corpo e della propria vita, la lotta e lo sdegno non possono fermarsi.

Scilla Alberini
Patrizia Quadri
Livia Fenaroli
Monica Perugini
Ilaria Reggiani
Sabrina Simoncelli
Adriana Gaio
Debora Guerra
Cesarina Pavesi
Silvia Rossi
Silva Grossi
Vittoria Sarcuni