Leggiamo sulla stampa nazionale che il nuovo governo non solo plaude (insieme a Confindustria) la scelta nucleare ma indica pure i siti, fra questi ne individua due nel mantovano: Viadana e San Benedetto. La nostra risposta è la medesima di quella di 25 anni fa quando, contro tutto e contro tutti, non abbiamo abbandonato la lotta: mai il nucleare. Non è dunque solo questione di differenziare e/o posticipare i tempi, come sostengono gli esponenti di Pdl e Pd (l'unica differenza che si legge fra loro è questa!): il nucleare è generalemente ritenuto pericoloso, superato, improponibileTorneremo in piazza come 25 anni fa per difendere una scelta che il nostro paese non può nemmeno prendere in considerazione dopo gli esiti di un referendum e le risultanze inconfutabili degli studi sulla pericolosità del nucleare, ricordando, inoltre, la gravissima situazione ambientale della nostra provincia, costantemente ai primissimi posti nei tassi di inquinamento. Ma Mantova è anche ai vertici della produzione di energia elettrica, soprattutto a seguito della liberalizione di produzione e vendita della stessa che ha arricchito enormemente imprese situate anche nel nostro territorio a danno delle condizioni ambientali e della salute dei cittadini.
OSTIGLIA: Ilarai Reggiani segretaria della Sezione Pdci Che Guevara, risponde a Uniambiente che apre al nucleare. Non emette polveri ma scorie, militarizza il territorio e non è sicuro. La privatizzazione della produzione di energia eletrica, poi, impedirebbe la dismissioni delle altre centrali che nel Destra Secchia appartengono a privati. Il futuro può essere solo nelle fonti rinnovabili e non inquinananti da potenziare e incentivare.
Leggi la mozione di Monica Perugini e Roberto Pavani e l'intervento di Ilaria Reggiani nel post.
OSTIGLIA: Ilarai Reggiani segretaria della Sezione Pdci Che Guevara, risponde a Uniambiente che apre al nucleare. Non emette polveri ma scorie, militarizza il territorio e non è sicuro. La privatizzazione della produzione di energia eletrica, poi, impedirebbe la dismissioni delle altre centrali che nel Destra Secchia appartengono a privati. Il futuro può essere solo nelle fonti rinnovabili e non inquinananti da potenziare e incentivare.
Leggi la mozione di Monica Perugini e Roberto Pavani e l'intervento di Ilaria Reggiani nel post.
2 commenti:
Mozione presentata da Monica perugini e Roberto Pavani consiglieri provinciali del Partito dei Comunisti Italiani di contrarietà alla edificazione di centrali nucleari nella provincia e all’uso di energia atomica
I sottoscritti consiglieri provinciali,
Visti i recenti resoconti in base ai quali il governo riproporrebbe a breve termine la proposta di edificazione di centrali per l’utilizzo dell’energia nucleare e la conseguente individuazione dei siti, due dei quali si troverebbero in provincia di Mantova ed in particolare a Viadana e San Benedetto,
Preso atto che anche i vertici dell’associazione Confindustria si sono espressi in tal senso proprio in questi giorni e con autorevoli interventi sulla stampa nazionale,
Considerato che il nostro Paese si è già ampliamente espresso contro l’utilizzo dell’energia nucleare con un referendum che ha visto respingere tale scelta in modo deciso,
Valutato che la “scelta nucleare civile” non ha mai confutato e ancora oggi non risponde ai quesiti rimasti irrisolti circa la pericolosità dell’opzione stessa, che il rischio di disastri ambientali, già verificatosi in Europa con la tragedia di Cernobyl del 1986, è tuttora presente, che vi è la mancanza di qualsiasi certezza circa la sicurezza degli impianti e del ricovero delle scorie,
Rilevato che autorevoli e numerose agenzie sostengono la inutilità della produzione di energia a dipendenza atomica proprio perché superata dalla sperimentazione di nuove fonti non inquinanti,
Rammentato che la nostra Provincia è già sottoposta ad un elevatissimo tasso di inquinamento dovuto alla massiccia presenza di industrie inquinanti fra le quali il petrolchimico che produce energia elettrica destinata al mercato,
Ricordato che la Lombardia è ai vertici per la produzione ed il commercio di energia elettrica e che da più parti sono considerate inattendibili le fonti che ritengono l’Italia bisognosa di produrre ulteriore energia soprattutto per mezzo di fonti inquinanti e pericolose in quanto la produzione della stessa è superiore al fabbisogno,
Tenuto conto che la popolazione mantovana si è espressa in modo deciso contro l’opzione nucleare dando vita ad un ampio e vasto movimento di protesta che si espresso nella formazione di numerosi comitati antinucleari a partire dai primi anni 80 e che hanno realizzato significative lotte ambientaliste nel 1983,
propongono che il consiglio provinciale di Mantova
si impegni a respingere ogni e qualsiasi ipotesi di ripristino della scelta di edificare centrali nucleari per la produzione e l’uso di energia atomica presso il territorio mantovano e a farsi parte promotrice di tale iniziativa verso tutti gli organi istituzionali competenti.
Monica Perugini
Roberto Pavani
Anche ad Ostiglia: mai il nucleare.
Pericolosissima l'apertura degli ambientalisti
Pericolosissime le aperture di esponenti ambientalisti al nucleare: è vero, non presenta emissioni, ma basta pensare alle scorie da smaltire, ai pericoli (acclarati) che esso comporta, oltre che alla militarizzazione di fatto del territorio che il nucleare impone ed alla erosione delle ultime porzioni di suolo rimaste intatte, quando in Italia e in particolare nella Pianura Padana, si profila il forte rischio della scomparsa della fonte primaria di attività produttiva, ovevro dell'agricoltura con la conseguente dipendenza dalle importazioni anche nel settore produttivo caratteristico del nostro paese.
Nulla dunque vale il rischio, anche perchè in un paese governato da una destra e con un centro moderato e liberista sempre all'attacco di tutte le possibili fonti di reddito, nessuna garanzia può essere data circa l'abbandono degli altri tipi di centrali che, nel Destra Secchia, sono peraltro di totale proprietà privata e che quindi molto difficilmente governo e opposizione liberista, intenderanno far dismettere.
Nessun beneficio, nemmeno occupazionale, sarà portato al territorio, all'ambiente ed alla popolazione: occorre inevce investire e incentivare e quindi realizzare l'utilizzo massiccio e possibile delle fonti non inquinanti e rinnovabili, dando vita ad una netta inversione del modello di sviluppo e di consumo del territorio.
Nel 1987 col referendum, l'Italia non ha perso una opportunità ma, allora, ha salvato un futuro che si presentava nel peggiore dei modi, oltre a dare il via ad una coscienza ambientalista prima di allora emarginata e sconosciuta anche a sinistra.
Mai il nucleare, torneremo in piazza se il governo e i padroni dovessero proseguire sulla strada annunciata, mentre il Provincia i consiglieri comunisti hanno già presentato una mozione antinucleare della quale chiedonol'approvazione.
Ilaria Reggiani
segretaria della Sezione Pdci Che Guevara Ostiglia - Destra Secchia (MN)
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