martedì 3 febbraio 2009

CASTIGLIONE D/STIV. MERCOLEDI' 4 FEBBRAIO 09. SCIOPER DEGLI OPERAI FRISKIES: LA NESTLE' MINACCIA DI TRASFERIRE LA PRODUZIONE



Massimo Mergoni (Pdci - Castiglione Migliore) ha sollevato in consiglio comunale il problema della Friskies di proprietà della Nestlè che vorrebbe trasferire gli impianti per massimizzare il profitto e chiede che il Comune si adoperi per conoscere con esattezza le dimensioni della crisi di Castiglione. "Mercoledì saremo davanti ai cancelli al fianco degli operai che rischiano il posto perchè la multinazionale vuole delocalizzare per aumentare il profitto. E' la solita storia che, dopo il basso mantovano e la città (vedi il recentissimo caso della THUN) investe anche la parte più ricca e produttiva della provincia. Già Pompea delocalizza una linea in Serbia e la crisi spinge gli imprenditori ad abbandonare il territorio dopo tutti i vantaggi che sono stati loro riconosciuti, per manenere il profitto e lasciare ad altri le perdite. Occorre dunque una rpesa di consapevolezza e di responsabilità dell'ente pubblico perchè questa crisi gravissima non può essere pagata solo dagli operai: il Comune dunque non può tacere". Ha aderito anche Franco Tiana.
Leggi nel post il comunicato del Pdci. Leggi le interviste di Monica Perugini su www.proletaria.it e guarda le foto su www.comunisti-italiani-mantova.it

2 commenti:

monica ha detto...

SOLIDARIETA' COI LAVORATORI FRISKIES DI CASTIGLIONE DA MASSIMO MERGONI 8CONSIGLIERE COMUNALE PDCI) E DAL GRUPPO CONSILIARE DEL PDCI IN PROVINCIA DI MANTOVA

Il segretario provincaile del Pdci Massimo Mergoni consigliere comunale di Castiglione Migliore e Il Gruppo consiliare provinciale del Pdci esprimono la loro solidarietà e saranno al fianco degli opeari della Friskies nella giorntata di mobilitazione del 4 febbraio, contro la minaccia di Nestlè di delocalizzare dove i costi per l'impresa sono inferiori e quindi il profitto è più elevato.
Non è infatti ammissibile che il padronato dopo aver usufruito di tutti i benefici possibili per insediare i propri stabilimenti, anche e soprattutto a Castiglione, in occasione della attuale, gravisssima crisi strutturale che investe pesantemente anche l'alto mantovano, tendano a scaricare tutti i costi sulla classe operaia, nel tentativo di far pagare ai lavoratori gli effetti negativi mentre le imprese danno per scontata e ovvia la ricerca di altri elevati profitti in siti dove il costo del alvoro e il livello di garanzia e tutela dei diritti dei lavoratori sono inferiori.
La sitazione è esplosa da tempo nel basso mantovano, quindi a Mantova (il recentissmo caso della THUN, dopo quello di SOGEFI, sono eloquenti) ed ora interessa anche il ricco alto mantovano: primo fra tutti l'esempio di Pompea che sta delocalizzando una intera linea produttiva in Serbia dove i diritti dei lavoratori sono decisamente diversi e inferiori a buona parte dei paesi del mercato non solo occidentale dove i prododotti saranno venduti.
La risposta deve essere una forte responsabilizzazione delle istituzioni, a partire dai Comuni che per i comunisti devono aderire al coordinamento lanciato dalla Provincia con tutte le parti sociali e la Regione per conoscere i dati reali di tutte le criticità e le possibilità di risoluzione e ricollocamento dei lavoratori in condizioni positive e non di perenne precarietà e marginalità .
Serve altresì la lotta politica contro la legge 30, che ha aperto la strada alla destrutturazione del mondo del lavoro e ad una globalizzazione che porta beneficisempre più elevati solo al padronato, destrutturando la classe operaia e togliendo un futuro a tutti coloro che vivono del lavoro salariato e paradipendente.
Le pubbliche amministrazioni d'ora in poi, dunque, non possono più permettere insediamenti logistici e produttivi assegnando molto spesso cospicui e differenziati benefici economici senza imporre impegni precisi a favore del lavoro a tempo indeterminato per gli assunti, oltre a garanzie di carattere anbientale e sociale oggi totalmente trascurate nelle trattative precedenti molti investimenti locali anche recenti che consentono priviglegi ad imprenditori che, per contro, non hanno portato alcun incentivo al territorio, anzi lo hanno abbandonato senza indugio all'insorgere della crisi. Anche quì Mantova presenta un caso di specie tramite la vicenda dell'Iveco di Suzzara.
Investiremo che siede in Parlamento ed ha quindi la possibilità di fare veramente qualcosa contro la legge 30 e le istituzioni locali perchè sostengano il progetto della Provincia per una conoscienza adeguata dei comparti locali in relazione anche alle numerose competenze in materia di lavoro della Regioen LOMBARDIA.

monica ha detto...
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