domenica 13 gennaio 2008

A Castiglione la politica abitativa non possono farla le agenzie immobiliari: Mergoni interviene nella polemica sulla crisi abitativa.

Le osservazioni di Don Giuliano in merito alle giovani coppie castiglionesi sono sicuramente condivisibili a condizione che non ci si fermi alle dichiarazioni di facciata ma si entri nel merito della questione.
Usando il suo metro di misura Don Giuliano ha lanciato l’allarme su un problema che è solo una sfaccettatura del ben più grave problema complessivo: i soldi degli stipendi non sono più sufficienti soprattutto per i più deboli e non solo per acquistare una casa ma anche per vivere. L’ultima rilevazione dell’Ufficio Entrate locale evidenzia che il 67% della popolazione vive con uno stipendio compreso fra i 750 e i 1250 euro. Il dato si commenta da sé.Questa situazione si presenta in modo assai più grave nel nostro territorio dove tutte le possibilità di acquisto di un’abitazione decente sono condizionate dalle immobiliari che da anni determinano il mercato senza che nessuno intralci il loro operato. Non esiste infatti nessuna offerta di case popolari o di edilizia economica popolare che possa calmierare i prezzi ed offrire ai meno abbienti una alternativa alle speculazioni. L’affermarsi di tale situazione ha inoltre contribuito in modo negativo allo sviluppo sociale del nostro paese. Per ovvi motivi, l’interesse di chi ha costruito e venduto le nuove abitazioni in zona 1 Maggio, Fontane e in via Carpendolo, non è andato nella direzione di un parallelo sviluppo sociale dei quartieri stessi, che in questo modo sono diventati zone dormitorio, dove non esiste possibilità di aggregazione. Inoltre è stato operato un sistematico allontanamento della gente dalle zone centrali del paese trasformate in un agglomerato di banche, agenzie di lavoro, agenzie immobiliari ed uffici. Se si può capire – non ovviamente condividere – l’operato delle agenzie immobiliari che fanno il loro mestiere, non si può giustificare l’assenza ormai annosa di chi, come amministratore pubblico, invece di porre rimedio a tale situazione ha lasciato al mercato immobiliare ogni spazio possibile. Un’occasione da non perdere per dare una svolta all’assetto urbanistico del nostro paese sarebbe stato il recupero dell’ex OPG. Su quest’area complessiva di 15.000 metri quadrati, sono previsti 11 mila metri destinati ad abitazioni, per complessivi 110 appartamenti, e 3700 mq a negozi. Sicuramente un tale numero di abitazioni porterà un peggioramento della viabilità già caotica; ma il punto fondamentale è che si sarebbe potuto intervenire in maniera profondamente diversa individuando spazi da destinare alla comunità come: una sala civica, un centro per i giovani ed abitazioni di edilizia economica popolare. A tutt’oggi non è dato sapere chi sarà il soggetto che provvederà all’edificazione di questa area e a quale fascia di mercato saranno destinate tali abitazioni. Tutto questo purtroppo conferma la non volontà di questa amministrazione nell’intervenire in modo diverso in un settore di importanza vitale offrendo reali possibilità a tutti i cittadini.

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