Il 5 febbraio il consiglio regionale ha ammesso il referendum per l'aborgazione della legge sull'acqua richiesto da 132 consigli comunali e sostenuto dal Comitato per l'acqua pubblica in base al principio che l'acqua è un bene comune essenziale che non può essere privatizzato nè essere fatto oggetto di profitto.
Dopo quanto avvenuto a Castiglione, dove le bollette dell'acqua sono aumentate del 30% in un sol colpo, a seguito del provevdimento adottato dal gestore INDECAST di cui l'amministrazione castiglionese nemmeno ha parlato, dopo che ha di recente aumentato l'addizionale IRPEF, risponendendo picche anche alla nostra proposta di innalzare l' esenzione per i redditi inferiori ai 15.000 euro, i Comunisti Italiani interrogano il Sindaco Paganella su una vicenda che non appare per nulla chiara e non può essere liquidata dalle dichiarazioni del presidente Indecast, secondo cui le responabilità sarebbero dovute alle scelte degli obiettivi operati dall'ATO in tutto il territorio mantovano. Ma la recente costituzione dell'ATO con delibera di consiglio provinciale ha posto come elemento fondamentale quello della salvaguardia dell'acqua come bene pubblico, al riparo da aumenti e privatizzazioni, proprio il contrario di quanto avrebbe voluto la destra lombarda, interessata a privatizzare la gestione dell'acqua. I Comunisti Italiani dunque interrogheranno anche la giunta provinciale per conoscere, dopo la notizia di Castiglione, quale sarà l' effettiva politica del neo costituito ATO ricordando come, a seguito della dibattito voluto proprio in consiglio provinciale dal Pdci, l'ampia maggioranza del consiglio stesso si sia speso per l'acqua come servizio pubblico.
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