sabato 3 maggio 2008

PRESIDIO PERMANENTE delle OPERAIE di COOP EMME ESSE" di ROMANORE: I LICENZIAMENTI VANNO RITIRATI! BOICOTTAGGIO DEI NEGOZI MS fino alla riassunzione !




Tutte le lavoratrici licenziate dalla EMME ESSE hanno trovato lavoro, tramite l'intervendo congiunto del sindacato, dell'assessore al lavoro delle Provincia Carlo Grassi, della solidarietà espressa dalla sinistra e dalla cittadinanza, a riprova che l'unità e la lotta per il lavoro e i diritti pagano sempre. Resta comunque il problema della mancanza di diritti e delle condizioni di lavoro che in Italia e soprattutto per le donne e le straniere, peggiorano vistosamente e sono di vero e proprio sfruttamento. Il Collettivo femminista Colpo di Streghe prosegue la campagna per il boicottaggio delle merci vendute dalla M S Abbigliamento, prodotti sfruttando le donne e ingannando i compratori. Aderisci alla campagna! info: colposistreghe@libero.it
Leggi le interpellanze di Perugini - Alberini e la raccomandazione di Monica Perugini al consiglio provinciale nel post.

3 commenti:

monica ha detto...

Monica Perugini capogruppo del Pdci in consiglio provinciale, interpella il Ministero del Lavoro attraverso la consigliera provinciale di parità sul caso delle 18 operaie liceniate dalla Coop ESSE EMME di Romanore.
Sconvolgenti le motivazioni secondo le quali la coop Esse Emme di Romanore licenzia le lavoratrici della fabbrica: troppe malattie e troppi infortuni, per cui chiude, ricorrendo al licenziamento collettivo e reclutando quella manodopera cinese che non presenterebbe nessun problema; tutte le altre operaie, per quetso neo padronato straccione, sono ... lavativi: sarà scelta per rimanere a lavorare e per portare a casa lo stipendio per vivere, chi compiacerà di piùil padrone. Proprio quello che già avviene con la tessazione del lavoro straordinario, di cui la Tyssen Group ne è stata l'epigono. Anche il linguaggio ha assunto quella connotazione leghista che ai lavoratori ed ai comunisti non è nuova: ricorda il caporalato degli anni 50, quando era il padrone a scegliere chi poteva lavorare e chi no. Nessuno si è nemmeno chiesto, ad esempio, quali siano gli infortuni di cui parla il portavoce del padrone.
Come abbia fatto poi la coop (già grida vendetta che si usi questa connotazione societaria, nata dalle lotte e dal mutuo soccorso fra i lavoratori, per simili operazioni) di Romanore a produrre anche 900, 1000 capi al giorno con gente che non va a lavorare, resta un mistero. Molto più probabilmente il gioco di scatole .. . cinesi, usato da queste entità dai contorni indefiniti (situazione simile a quella di Viviverde di Canneto), permette di massimizzare i profitti con personale che non rivendica nemmeno i diritti basilari sanciti dal contratto e che è anche facilmente sostituibile senza contraccolpi sociali, La situazione occupazionale del mantovano ormai è allo stremo e le donne sono le prime a pagare: come sta avvenendo per la SOGEFI, spa del colosso CIR - Di Benedetti, che vuole massimizzare il profitto delocalizzando, pure le piccole imprese dalla proprietà incerta, perseguono unicamente lo scopo di arricchirsi, a danno degli opeari, reclutando fra gli immigrati quelli e quelle non sindacalizzati, che accettano le peggiori condizioni lavorative ed accettano qualsiasi condizione di vita e che, tanto per cambiare, sono soprattutto donne. Ciò ad ennesima riprova che i padroni sono tutti uguali e solo il ritorno di un deciso conflitto sociale potrà garantire un futuro alle classi non abbienti, difendere i diritti conquistati con le lotte e la coscienza di classe che nessuno, al posto dei lavoratori e men che meno i padroni e le loro rappresentante istituzionali, si daranno la pena di tutelare. La situazione è divenuta ormai inaccettabile per chi vive del proprio lavoro e grazie a decenni di lotte e sacrifici ha permesso a questo paese di chiamarsi civile e democratico. Oggi che la Repubblica sia fondata sul lavoro, infatti, per la nuova classe operaia, suona di presa in giro. I Comunisti Italiani hanno coinvolto la consigliera provinciale di parità, organismo alle dirette dipendenze del ministero del lavoro, perchè si attivi prontamente in merito a queste gravi situazioni di attacco al diritto delle donne al lavoro e predisposto una interrogazione alla Commissione europea attraverso il proprio parlamentare Marco Rizzo, sulla situazione occupazionale del mantovano per la quale si chiede l'attivazione dello stato generale di crisi e saranno sempre al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici per difendere il posto di lavoro, i diritti, la sicurezza ed il contratto collettivo nazionale che oggi padronato e rappresentanza politica stanno attaccando frontalmente, nel tentativo di schiacciare il movimento operaio e sindacale.

monica ha detto...

RACCOMANDAZIONE URGENTE
Signora Presidente del Consiglio Provinciale
dr.essa Laura Pradella
Sede
Mantova, 5.5.08
La sottoscritta Monica Perugini, capogruppo del Partito dei Comunisti Italiani in consiglio provinciale
Rammentato che nel caso di specie non sarebbe stata rispettata la nroamtiva sull'appalto e somministrazione di manodopera,
Sottolienato che il proprietario di fatto della EMME ESSE sig. Spaggiari si sarebbe reso responsabile anche nel recente passato di simili comportamenti antisindacali e specificatamente contro le operaie impiegate nella sua azienda,
Ravvisata l' obiettiva mala fede nella conduzione ed interpretazione del contratto che lega i responsabili di fatto di tale situazione alle lavoratrici,
Ricordato che per le stesse non è prevista alcuna forma di ammortizzatore sociale e laperdita del posto di lavoro, senza preavviso, le costringe ad una condizione di estrrema difficoltà economica e di vita,
Accertate le oggettive illegittime, quanto sgradevoli condizioni di lavoro delle operaie stesse,
Vista la nota urgente inviata alla consigliera provinciale di parità, organismo alle dirette dipendenze del Ministero del Lavoro in sede territoriale ed all'assessore al lavoro, affinchè intervemga in merito, dalla sottoscritta e dall'assessore del Comune di Suzzara Scilla Alberini che hanno pure inoltrato richieste di intervento presso la ditta in parola, all'Ispettorato del lavoro ed all'ASL, al fine di constatare il reale rispetto delle norme vigenti in tema di sicurezza e di organizzazione complessiva sui sui luoghi di lavoro
raccomanda con urgenza
al Presidente della Provincia, all' assessore alle Pari Opportunità dott.ssa Cesarina Baracca ed alla Giunta tutta, di attivarsi affinchè sia conservato il posto di lavoro delle 18 operaie licenziate dalla ditta EMME ESSE di Romanore, attualmente gestita da una così detta "cooperativa spuria" utilizzata dalla reale proprietà come entità di somministrazione indiretta del personale, a seguito dell'ennesimo passaggio di gestione del personale stesso ad altra e dievrsa cooperativa che, in luogo delle 18 dipendenti, molte delle quali in servizio da anni presso la stessa ditta, ha assunto nuove operaie di nazionalità cinese che, secondo le informazioni dirette e a mezzo stampa conseguite, percepirebbero una paga oraria di 3.50 € corrispendente a circa la metà di quella conseguita dalle opearie licenziate, inquadrate come socie -lavoratrici della coop gestionale.
Allega i documenti redatti e inviati agli enti competenti unitamente all'assessore Scilla Alberini.
distintamente,monica Perugini
Alla consigliera Provinciale di Parità
Sig.ra Maria Grazia Cotti Porro
c/o Provincia di Mantova
Via Principe Amedeo Mantova
e p.c. Assessore al Lavoro della Provincia di Mantova
prof. Carlo Grassi

Le sottoscritte
Monica Perugini consigliere provinciale dei Comunisti Iatliani e Scilla Alberini assessore del Comune di Suzzara di Sinistra Critica
portano a conoscenza che
presso la Coop EMME ESSE, ditta di Romanore di Borgoforte che provevde al confezionamento ed alla etichettature adi capi di abbigliamento prodotti all'estero per il mercato nazionale, sono state licenziate dalla proprietà 18operaie in base alla motivazione secondo la quale avrebbero effettuato troppe assenze per malattia ed infortunio.
Dall'incontro con le operaie svoltosi in data 5 maggio, tuttavia, è risultato che assenze per malattia ed infortunio hanno coinvolto nel tempo un numero limitato di dipendenti e che le stesse sono invece in servizio presso la ditta da anni, la responsabile addirittura da sette, altre da 6, 5 e 4 anni e comunque tutte da almeno un anno.
Le dipendenti hanno sempre eseguito le commesse assegnate loro, prestandosi a lavorare anche il sabato quando ve ne era la necessità, mentre non hanno lavorato e nemmeno percepito lo stipendio per i periodi invernali quando non vi erano commesse, così come sono ancora in attesa di percepire gli stipendi arretrati che non sono stati loro corrisposti. La produzione giornaliera raggiunge infatti il numero di 900/1000 capi anche composti da più pezzi, secondo le necessità di mercato.
Risulta altresì che le stesse operaie siano state sostituite da altrettante lavoratrici di nazionalità cinese, già dipendenti da una differente cooperativa con sede sociale a Milano, mentre solo due dipendenti della cooperativa che aveva precedentemente in gestione la lavorazione svolta dalla EMME ESSE, hanno mantenuto il posto di lavoro presso la cooperativa di Romanore.
Così come si è appreso che la medesima ditta è incorsa in altri, simii episodi anche lo scorso anno.
Le opearie, che stanno effettuando un presidio permanente davanti allo stabilimento per chiedere la riassunzione, hanno inoltre fatto presente le difficili condizioni di lavoro, inammissbili non solo secondo le norme contrattuali ma pure per la dignità personale delle lavoratrici: bagni inagibili, assenza del locale mensa, obbligo di consumare il pranzo durante la pausa nel parcheggio antistante lo stabilimento sedute per terra, posizionamento degli armadietti personali fuori dalla fabbrica e non all'interno (vedasi foto allegata), mancanza di riscaldamento nel capannone il tutto da associare alla mancanza di dialogo col padrone effettivo della fabbrica che ricorre all'appalto di personale attraverso cooperative sempre diverse ma che paiono riconducibili ad una consuetudine organizzativa orchestrata dai medesimi soggetti la cui buona fede neecssaria nella esecuzione dei rapporti contrattuali , pare dunque tutta da dimostrare.
Va sottolineato che, sempre secondo le operaie, nell'arco di poco più di due anni, si sono succedute ben otto cooperative quali organismi di gestione del personale dipendente che risulta essere socio - lavoratore delle stessa, come si evince dai formulari contrattuali mostrati dalle oepraie licenziate.
Va inolte considerato che, secondo i resoconti giornalistici e quanto dichiarato dai sindacalisti, la paga oraria delle operaie (socie lavoratrici) omnicomprensiva era di € 6.30 lordi, mentre le operaie cinesi ne percepirebbero 3.50 e che, secondo le modalità intraprese dalla gestione aziendale e dalla proprietà della ditta, non sono state rispettate le norme relative l'appalto di manodopera e la somministrazione di personale attraverso cooperative ove si prevede l'obbligo della riassunzione del medesimo personale, qualora l'attività venga svolta da altra e diversa cooperativa rispetto a quella che aveva effettato le iniziali assunzioni, rammentando che in simili circostanze non è previsti nessun tipo di ammortizzatore sociale, così come il licenziamento è stato effettuato senza alcun peavviso.
Visto quanto esposto,
Considerata la gravità di quanto accaduto e sta accadendo nel mondo del lavoro provinciale, in particolare a danno delle lavoratrici,
chiediamo
un Suo urgente intervento presso il Ministero del Lavoro, utilizzando tutte le procedure amministrative previste dalla legge e dalle normative in tema di pari opportunità delle donne nel mondo del lavoro affinchè
le operaie della coop EMME ESSE di Romanore di Borgoforte possano essere riassunte e quindi riprendere il lavoro,
sia garantito il rispetto della legge e della normativa contrattuale per tutte le operaie assunte dalle cooperative addette alla lavorazione presso lo stabilimento mantovano,
siano garantite le norme sulla sicurezza e l'organizzazione del lavoro.

Monica Perugini
consigliere provinciale Provincia di Mantova - Partito dei Comunisti Italiani,
Scilla Alberini
assessore del Comune di Suzzara - Sinistra Critica

Mantova, 5 maggio 2008

monica ha detto...

Il volantino delle lavoratrici licenziate della “coop” EMME ESSE di Romanore
SEBBEN CHE SIAMO DONNE...PAURA NON ABBIAMO!!!!!!
Siamo 19 lavoratrici della “cooperativa” EMME ESSE di Romanore di Borgoforte (MN), licenziate senza preavviso mercoledì 30 aprile scorso, prima della fine del turno di lavoro: siamo state immediatamente rimpiazzate da altre operaie pagate ancora meno di noi.
Siamo 19 donne, prevalentemente straniere, con figli e famiglie da mantenere, dipendenti da anni di questa “cooperativa” dove, pur di lavorare abbiamo sopportato condizioni lavorative molto pesanti.
Ora, di punto in bianco, ci troviamo per strada e senza lavoro!
Stiamo facendo un presidio permanente davanti ai cancelli della fabbrica, cercando di impedire la movimentazione delle merci nell’intento di ottenere la riassunzione immediata.
Chiediamo alla cittadinanza solidarietà al presidio ed anche il boicottaggio dei capi venduti nei negozi di abbigliamento della M S che vendono abiti fatti grazie allo sfruttamento selvaggio di noi donne.
Vi chiediamo di NON acquistare abiti presso i negozi e di boicottare i punti vendita M S fino a quando non saremo riassunte al lavoro!
LE LAVORATRICI LICENZIATE delle “Coop” EMME
Vi chiediamo di dimostrare la vostra solidarietà boicottando la catena MS, NON comprando capi di abbigliamento presso i suoi negozi di Colle Aperto Mantova, Cerese di Virgilio, Suzzara, Viadana, Bozzolo, Suzzara, Castiglione delle Stiviere, Roverbella,fino a quando non verremo riassunte !!!