LA MANIFESTAZIONE DI ROMA DEL 17 GENNAIO 2009: DALLA PARTE DEL POPOLO PALESTINESE.
MOLTISSIMI CITTADINI STRANIERI CON LE LORO FAMIGLIE AL CORTEO DI CASTIGLIONE PER LA PALESTINA LIBERA.
Leggi nel commento la nota di Monica Perugini che risponde alla vergognose accuse della Lega di Castiglione ai manifeatanti del 17 gennaio 2009.
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1 commento:
VERGOGNOSE LE ACCUSE DELLA LEGA DI CASTIGLIONE AI MANIEFSTANTI PER LA PACE IN PALESTINA DEL 17 GENNAIO 2009 A CASTIGLIONE DELLE STIVIERE (MN)
La manifestazione di Castiglione NON era di tipo reliogioso, non era organizzata da confessioni religiose, non c'era una bandiera verde di Hamasa ma solo tante e tante bandiere della Palestina. Bisogna smetterla di catalogare i cittadini stranieri (e non solo) secondo le loro confessioni religiose di (presunta) appartenenza, in una Repubblica laica, come è la nostra che dovrebbe rispettare tutti, a prescindere, anche, dal credo regligioso dei singoli. La comunità araba presenta a Castiglione, fatta di uomini e donne che lavorano e pagano le tasse qui da noi, ha partecipato in modo massiccio per chiedere pace in Palestina, per ribadire come la visione del mondo non possa essere unipolare, attenta solo alle esigenze dei potenti. Sta avvenendo ovunque, Italia compresa: gli immigrati che fanno parte delle nostre città, che lavorano, studianmo e vivono con noi, insieme a figli, famiglie al completo, sono usciti dalle loro case per rivendicare il primo dei diritti umani, la pace. Vita, terra e libertà per il popolo palestinese che sta pagando con il sangue degli innocenti le aggressioni israeliane. La Lega non vorrebbe vederli, li preferirebbe chiusi in casa, magari a pregare quella religione monoteista, tanto simile alla cattolica che gli stessi leghisti dicono di propugnare e che parla di pace, offrire l'altra guancia, accogliere e non escludere ... con eviedenti contraddizioni eclatanti in tutto il mondo governato dal principio di guerra permanente e totalizzante aizzata dagli americani e ancora in corso: da Medio Oriente e Irak all'Afghanistan, dall'Africa alla Columbia per spartirsi risorse economiche e potere. Li vorrebbe a sgobbare nelle fabbriche e nelle campagne, magari in nero, così costano meno, per arricchire i padroni locali, in silenzio, a comperare e spendere nei discount dove vanno solo loro il sabato pomeriggio, a scuola nelle classi differenziali di vecchia memoria così non si confondono coi nostri ragazzi padani, a chiedere cure in ospedali di basso rango. Per poi rinfacciargli che non vogliono l'integrazione, che sono ostili.... E' la prima volta in Italia che le comunità immigrate di lavoratori e lavoratrici scendono in piazza, superando gli italiani per impegno e partecipazione: lo stanno facendo pacificamente perchè chiedono ciò che vogliono davvero, ciò che spesso non hanno nei loro paesi d'origine: la pace. Una pace scomoda che solo a nominarla da' fastidio a vecchie e nuove ipocrisie: quella per una Palestina libera, per uno stato che oggi è senza terra, colonizzato illegalmente nel silenzio decennale delle diplomazie che non hanno voluto risolvere i problemi, permettendo un genocidio. Questo chiedono e dovremmo chiederlo anche noi, lavorando per quel processo di integrazione e solidarietà che rende un paese libero e civile, non sottommesso a fanatismi. L'onda dell'immigrazione non potrà fermarsi, la globalizzazione costringe o permette anche agli uomini e alle donne di muoversi, non solo alle merci, come anche la Lega ha permesso, nonostante la stomachevole prosopopea padana. Nemmeno gli editti di Maroni o il razzismo federalista potranno arginare con la politica della sicurezza e della segregazione un fenomeno mondiale che andrebbe governato con l'integrazione, i diritti, il lavoro. Solo la giustizia e l'eguaglianza potranno permettere ai popoli pace vera. Le minacce di fine anno del ministro, infatti, sono andate puntualmente deluse. Con una non sottovalutabile differenza a cui i cattolici padani dovrebbero prestare attenzione: mentre gli immigrati arabi e africani annegavano nelle acque fredde del Mediterraneo, dopo aver pagato lautamente scafisti di varie nazionalità, chi promulgava l'editto era in vacanza in quelle calde dei Caraibi.
monica perugini
proletaria - comunicazione militante
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