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NO AL DECRETO SICUREZZA: mobilitiamoci contro chi lo ha voluto e chi lo ha permesso!
MOBILITIAMOCI CONTRO IL DECRETO SICUREZZA: LEGGE RAZZISTA, XENOFOBA, INCIVILE, INDEGNA DI UNA SOCIETA' CHE SI FONDA SUI PRINCIPI DELLA COSTITUZIONE. Leggi Monica Perugini nel commento e anche su www.proletaria.it
1 commento:
Occorre una mobilitazione importante ed immediata contro il decreto sicurezza approvato al Senato.
Si tratta di una norma che contraddice frontalmente tutti i principi costituzionali. Di questo passo dobbiamo chiederci quale può essere diventato il valore precettivo della nostra Carta Fondamentale se tutti i principi basilari sono violati e regolati in maniera addirittura contraria al dettato costituzionale. Hanno trionfato le forze politiche che per anni hanno finto che la Costituzione non esistesse: "è una norma programmatica, non eseguibile immediatamente" ci hanno ripetuto per decenni, anche a scuola, insieme a quelle apertamente anticostiotuzionali: i fascisti. Il tutto senza che che gli uomini e le donne aderenti a quei partiti che si erano assunti il compito politico, sorretto da un'ideologia ancorata a solide basi, di difenderla e renderla operativa, autentica anima civile di tutti gli aspetti, collettivi come individuali e personali, della nostra società, reggessero tale compit, com'era doveroso fare. La resa non è recente e trent'anni di smantellamento ideologico, revisionismo ipocrita e sdoganamento di figuri impresatabili, hanno fatto scempio di qualsiasi autorevolezza. Non riesco a trovare un' altra nazione definita civile che si sia comportata nello stesso modo scellarato verso la sua carta istitutiva. La capogruppo PD al Senato, a proposito della vicenda dello stupro di fine anno, si è stupita che il premier Berlusconi abbia quì confuso il principio della certezza della pena con i criteri che normano gli arresti domicilari! ma dov'è stata finora? non le guarda le sue (e le nostre) TV? Consociativismo e degrado ideologico, iniziato con le prime equiparazioni fra morti buoni e cattivi, col revisionismo, con le ragioni dei vinti e le colpe dei partigiani, con l'abiura comunista e l'omologazione americana, hanno condotto a questo Stato reale che Gelli aveva dipinto alla perfezione decenni orsono.
Adesso ci siamo. La Costituzione non conta più niente nei fatti e per rimuovere anche l'ultimo baluardo formale, sarà un gioco da ragazzi, appena possibile, tornare all'attacco e toglierla di mezzo defintivamente anche l'aspetto esegetico. La ripulsa emersa nell'ultimo referendum sarà solo un ricordo nel popolo di Forum, esempio di italico processo e costume. Che ci vuole? quando il Presidente della Repubblica sottolinea che non deve essere toccata la prima parte della Carta, ovvero i principi fondamentali, postula che la seconda può essere cambiata. E' già stato fatto con la riforma dell'art. 117, quello che, nei fatti, ha permesso l'insorgere di tanti sistemi sanitari quante sono le Regioni. Alla faccia dell'eguaglianza e di un sistema che si dice nazionale. Ma se non saranno più garantiti i servizi sociali e sanitari pubblici, la scuola, la magistratura indipendente ..... che valore potranno avere i cardini fondamentali? L'uguaglianza, il rispetto delle differenze, il lavoro come dirittto, la tutela della salute, il ripudio della guerra, la rimozione degli ostacoli che si frappongono alle ineguaglianze, la pubblicità e la gratuità dei servizi, il divieto del libero arbitrio, il rispetto dei trattati internazionali e dei principi inviolabili di uomini e donne, saranno sostituiti dal loro esatto contrario, peraltro già diffusamente introitato in molti pensieri, dalla paura dei più poveri, dalla repressione verso i riottosi, dal fanatismo da bigotti, dal regresso delle relazioni.Cosa bisogna aggiungere per convincere un intero paese della barbarie che lo aspetta se non ci sarà una pronta mobilitazione contro l'accettazione dell'inciviltà, la concezione dello stato come gendarme per i poveri e vassallo per i privilegi dei ricchi, come formatore di odio, intolleranza, prevaricazione, maschilismo, fascismo ideale e comportamentale.
Perpetrare diseguaglianza e paura verso gli immigrati, i diversi, i non omologati non risolverà i probemi: li aggraverà, aumenterà marginalità, zone grige, delinquenza e intolelranza. Con l'approvazione definitiva, infatti, saranno possibili delazioni, rifiuto di cure anche per malattie gravi, estorsione di denaro in forma di tassa a cittadini provenienti da paesi stranieri, ronde di cittadini contro altri cittadini, pratica ordinaria di diseguaglianza, maschilismo, abiura del trattato di Ginevra, violazioni dei diritti fodamentali, tutela amministrativa e non cvile e/o penale solo per alcuni/e cittadini/e ma non per altri/e, politiche securitarie e non sociali, reazione poliziesca contro critiche ed espressioni difformi, emarginazione, controllo, schedadure a prescindere da reati commessi o meno..... E impunità, per chi ha fatto i soldi, indipendentemente dal modo che ha seguito.
Cosa ha che fare tutto ciò con la democrazia?
Non è possibile fingere che non stia nsuccedendo niente, lasciare alla piazza telematica il nostro sdegno o confidare che sia una poco credibile opposizione parlamentare ad organizzare la protesta quando, quella stessa forza, ha concordato con PDL e Lega l'esclusione del dissenso, l'unificazione reale delle reti televisive pubbliche e private ed il loro controllo, la destrutturazione del mondo del lavoro e dei servizi sociali, l'incentivazione verso un federalismo spartitorio, privatizzazioni, devastazione dei diritti civili e regressione di una disciplina normativa da stato teocratico più che da democrazia parlamentare laica.
Il tutto torna anche a livello locale: fra tre mesi si voterà anche per molte amministrazioni periferiche dove alleanze PD / Lega, più o meno mascherate da liste civiche o PD / UDC, non altrettanto mascherate da liste moderate, farà la propria comparsain molti consigli comunali e provinciali del bel paese. Riprendiamoci dunque la capacità di indignarci, protestare, mobilitarci, riproporre i valori che hanno permesso a questi signori di impossessarsi della cosa pubblica, della nostra democrazia sorta dalla guerra di liberazione dal nazifascismo.
monica perugini
proletari@ - comunicazione militante
www.proletaria.it
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