UNA POLITICA MALATA E LONTANA DAL POPOLO
di Marco RIZZO (Comunisti Sinistra Popolare)
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Solo il compagno Carlo Grassi entra in consiglio a Curtatone con il 9% dei consensi in un comune consegnato alla lista trasversale PDL/Pd che sfrutta le divisioni di una destra che (unita, supera il 50% in una delle ex roccaforti rosse. Lega e Berlusconi avanzano ovunque e a Mantova il ballottaggio diventa da horror, con un PD al suo minimo storico, rovinato dalle divisioni e da una gestione a dir poco "allegra" che rischia di completare l'opera consegnando l'ultimo capoluogo lombardo resistente alle destre. Sinistra Popolare paga lo scotto del disastro - sinistra e arriva all'1% in un panormama sconsolante che vede la federazione arrancare al 3% (prenderà -forse- un consigliere ma è di Sinistra e libertà (!) e persino l'Idv stenta, superando di poco il 5% (la metà dei oti del 2009 e molto indietro sulla media nazionale e regionale). Il tutto lo si era capito dal giorno prima, quando dopo 25 anni, la provincia di Mantova riprendeva il terzo consigliere regionale (smarrito dai tempi del vecchio "psi") andato alla Lega che sfonda il 20%, così che su tre seggi due vanno alla destra (Pdl e Lega) e uno al Pd.
L'analisi, dunque, l'avevamo fatta giusta e dai tempi dello scellerato Arcobaleno, ma ciò che era rimasto della dirigenza di una sinistra scollegata dalla relatà, mai disposta a mettersi in discussione e a rinunciare alla fissazione - miraggio posti, non ne ha voluto sapere. Questo il danno, arrecato all'intera sinistra o a ciò che ne resta. Per tutti, è giunto il tempo di fare un passo indietro, ricostruire su basi nuove e con dirigenti diversi, non legati alle sconfitte del presente e del passato, fare finalmente piazza pulita con coraggio e coerenza, per riprendere il filo rosso di un impegno sociale e politico che vuole ridare rappresentanza politica al mondo del lavoro verso una costituente di tutti/e i/le comunisti/e capace di ascoltare e di parlare.
Nonostante la delusione, tuttavia, è giusto ringraziare quei compagni e quelle compagne che hanno creduto nell'impegno della lista e a coloro che l'hanno votata, condividendone il progetto e permettendo ad una sinistra autonoma e libera, (l'unica) che per potersi presentare non ha dovuto chiedere candidati in prestito a nessuno, di restare presidio dei valori della sinistra anche nella nostra città. Nella convinzione che però si deve cambiare. Sinistra Popolare entra in consiglio a Curtatone col compagno Carlo Grassi che col suo impegno, militanza e radicamento territoriale, porta alla lista il 9% dei consensi.
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1 commento:
UNA POLITICA MALATA E LONTANA DAL POPOLO
Marco RIZZO (Comunisti Sinistra Popolare)
Queste elezioni regionali sono la riprova di una politica malata, tutta ripiegata sul “tifo” di apparati e ceti solo protesi alla propria sopravvivenza e per nulla intenzionati a modificare seriamente le vicende economico e sociali del Paese. Vince di nuovo Berlusconi (con la Lega) di fronte ad un “non pregetto” di una finta opposizione. Di fronte a questo teatrino il dato più significativo è la crescita notevole dell’astensione (ormai più di un italiano su tre non vota). Questo significa che nel voto espresso non vi è alcun segnale vivo di cambiamento, anzi, su questo chi vuole cambiare per davvero dovrà soffermarsi.
Oggi nel complesso delle 20 regioni italiane il centrodestra governa circa 42 milioni di italiani, ma nella restante porzione del territorio non si manifesta ( neanche in fieri) un tentativo benché minimo di reale alternativa politica e sociale da parte del centro-sinistra. Un giudizio sul fenomeno Grillo è ancora prematuro. Questo movimento di indubbia protesta sarà presto stretto dal tentativo di “trattare ed inglobare” già manifestato dai soloni del PD.
Su questi temi strategici dovrà cimentarsi chiunque (e Comunisti Sinistra Popolare lo farà) abbia in mente il rovesciamento della politica attuale, che oggi così com’è serve solo a sé stessa.
Occupiamo ancora qualche attenzione alla parte della sinistra radicale cui molti di noi (nel bene e nel male) hanno appartenuto e cioè la Federazione della Sinistra (Prc e Pdci) non per mancanza di rispetto ma perché credo che si sia (in un tempo relativamente breve) consumato irrimediabilmente un patrimonio di militanza ed anche di voti, in maniera ormai irreversibile. Sulla militanza, al di là di episodi generosi di una base stremata ed “utilizzata” principalmente nelle competizioni elettorali, il disastro pare ormai completato. Sul bilancio elettorale, dopo la scomparsa elettorale nel Parlamento nazionale ed europeo, il voto regionale attuale vede scomparire (come presenza istituzionale di consiglieri) la Federazione da quattro regioni (Lombardia, Campania, Puglia e Basilicata) che sommano quasi venti milioni di persone. Complessivamente nelle tredici regioni in cui si è votato il voto passa al 2,74% (oltre mezzo punto rispetto al già deludente risultato delle europee) ma è sul numero delle presenze istituzionali che si evidenzia un vero e proprio disastro (anche perché il rimborso elettorale si ottiene solo laddove viene eletto almeno un consigliere e -nota bene- sulla base dei voti effettivamente presi, ad es. Toscana, Umbria e Marche contano meno della provincia di Roma). I consiglieri ed assessori (nelle 13 regioni) passano da 50 a 15 (3 Pdci e 12 Rifondazione) e, considerando i due o tre assessori che saranno “assunti” dai governatori di centrosinistra, la già loro residua forza istituzionale si riduce a poco meno di un terzo. Il destino più probabile a questo punto sarà in parte la disgregazione ed in parte l’ingresso nel partito di Vendola. L’obiettivo ora deve puntare ad altro e cioè a costruire una proposta progettuale ed alternativa in cui i comunisti siano la forza costituente, ma ne parleremo diffusamente molto presto. (Marco Rizzo - Comunisti Sinistra Popolare).
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