Carlo Grassi (assessore lavoro Pdci): i lavoratori vanno tutelati. Monica Perugini (capogruppo pdci in Provincia): basta col precariato. Si applichino le leggi a tutela del lavoro e si torni in piazza per togliere legge 30 e Bossi - Fini sull'immigrazione che incide pesantemente sul mondo del alvoro. Altrimenti l'attacco non cesserà.
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L'assessore provinciale al lavoro Carlo Grassi (Pdci) a seguito dell'ennesimo episodio di sfruttamento di lavoratori precari, questa volta addirittura eludendo ed applicando artatamente le norme su disabilità e cooperazione sociale, annuncia che a settembre la Provincia organizzerà un consiglio provinciale aperto sul tema del lavoro. Si tratta di ridare alla Provincia gli strumenti per il monitoraggio delle situazioni di crisi, a partire dallo sportello e dal controllo della situazione che, nel territorio, sta vivendo una continua, drammatica involuzione, sempre a danno dei lavoratori. Che pure le norme poste a tutela delle categorie disagiate vengano applicate illegittimamente, diviene oltre modo grave e ciò deve imporre all' ente una continua attività di controllo poichè, in questo caso, denari pubblici sarebbero stati distratti a danno dei soggetti beneficiari e dei lavoratori che hanno percepito stipendi da fame.
La Provincia sta rilanciando la struttura degli uffici per l'impiego (di ieri l'inaugurazione di quello di Castiglione) quale sito dell'amministrazione pubblica per il collocamento di lavoratrici e lavoratori, riprenderà il monitoraggio di tutti i dati inerenti l' andamento occupazionale nel territorio che, attraverso l'osservatorio sul lavoro, realizzerà il completamento e l'aggiornamento reale dell' archivio dati di tutte le attività inprenditoriali presenti nella provincia e proporrà lo strumento dello sportello di crisi come riferimento di tutti i soggetti interessati attraverso un protocollo di impresa, per la risuluzione delle crisi occupazionali.
Per Monica Perugini capogruppo dei comunisti italiani in consiglio provinciale, il degrado della situazione occupazionale nel mantovano, sta raggiungendo l'apice. Si sta realizzando quanto la filosofia dela legge 30, mai cambiata, anzi inasprita, prevedeva al momento della sua approvazione: la "stabilizzazione" della precarietà come caratteristica distintiva del mondo del lavoro. Attorno a questo principio vale tutto: dalla somministrazione di manodopera, al lavoro a chiamata, fino all' utilizzo improprio delle norme, alla loro elusione, sempre sfruttando i lavoratori per massimizzare il profitto dei padroni. Le storie che Mantova sta vivendo inquesti mesi sono l'esempio di quello che sta accadendo in tutto il paese.
Il panorama legislativo non è esaltante, ma quelle che ancora tutelano il lavoro devono essere applicate e occorre che l'ente pubblico vigili e controlli e si schieri sempre dalla parte dei lavoro e per la tutela dei diritti, al fianco delle lotte dei lavoratori e del sindacato.
In un contesto politico simile, solo la lotta ed il conflitto sociale potranno difendere il poco che è rimasto per poi poter dare soperanza alle rivendi\cazioni sociali dell'estensione delle garanzie e della stabilità del lavoro che deve tornare ad essere un diritto fondamentale della nostra società.
Occorre riprendere la lotta per l'abolizione della legge 30 e delle norme razziste e xenofobe che hanno ripercussioni fortissime sullo stesso mondo del lavoro, la lotta per i servizi, la scuola, la sanità pubblica.
In caso contrario potremo solo denunciare inutilmente, appellarci ad un'etica andata perduta, assistere inermi ad un degrado studiato a tavolino dalla destra a cui a suo tempo non siamo stati in grado di opporci, nè di analizzarne la compiutamente la pericolosità.
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