venerdì 29 agosto 2008

L'IVECO di SUZZARA NON RINNOVA IL CONTRATTO a 400 LAVORATORI INTERINALI. QUESTA E' LA LEGGE 30!

COSA SERVE ANCORA PER CONVINCERE CHE DEVE ESSERE ABROGATA?
Dalla parte dei lavoratori, dei precari, degli immigrati: serve una rappresentanza politica del mondo dei lavori: i comunisti impegnati per la costituente comunista.
La ripresa dell'attività produttiva, a partire dallo stabilimento IVECO di Suzzara che non rinnoverà il contratto di "somministrazione" lavoro a ben 400 dipendenti assunti nel recente passato per fronteggiare la forte richiesta di commesse di veicoli, deve destare grande preoccupazione in tutto il comparto sociale del territorio. Fino a pochi mesi orsono, infatti, un'intera collettività, quella del basso mantovano, pareva ruotare attorno alle decisioni dell'azienda di potenziare, si è poi visto solo temporaneamente, la produzione di automezzi.
Leggi la nota di Monica Perugini nel commento.
Leggi l'intervista sulla Gazzetta di Mantova del 31 agosto 2008.

2 commenti:

monica ha detto...

....Non solo quei contratti, dalla forma più odiosa, la "somminisrtrazione di manodopera", non verranno rinnovati ma il tessuto sociale e politico nemmeno conosce le prospettive occupazionali e di vita di quanti avevano lavorato a Suzzara per mesi, richiesto servizi ed integrazione, anzi, i punti interrogativi oggi riguardano anche i contratti a tempo determinato e, più in generale, le prospettive di una produzione che dipende dalle dinamiche e quindi dalle condizioni internazionali, tutte protese a difendere e potenziare gli interessi capitalistici e delle classi industriali e completamente disinteressati alle condizioni della classe operaia.
La legge 30 è la cornice istituzionale della situazione: essa ha modificato il mondo del lavoro e quindi la vita degli operai e dei lavoratori, condannandola alla condizione di perpetua precarietà. Rappresenta la filosofia di quello che il padronato vuole e sta realizzando.
Come si possano affrontare le prospettive relative la crisi occupazionale del mantovano, evitando di puntare il dito e quindi di impegnarsi a lottare contro l'origine del disastro, dimenticando quanti hanno imposto, poi voluto mantenere e, inevitabilmente, portare al peggioramento quella norma, è quanto meno ipocrita, deleterio per gli interessi e la stessa organizzazione della classe operaia e rischia di gettare nell'isolamento un'intera parte, quella economicamente più debole, delle società produttiva. Gli esempi sono già numerosi ed è illusorio fingere che nulla sia cambiato nei rapporti socio economici, anche della nostra realtà territoriale.
I comunisti italiani ritengono che solo la riaggregazione sociale nella lotta per la difesa del lavoro e dei diritti, del principio di eguaglianza e dei servizi pubblici di qualità, il rafforzamento della rappresenzanza politica della classe operaiia e del mondo dei lavori, possa agire da freno contro l'aggressione globale del padronato alle classi sociali meno abbienti. E' ormai evidente che, in caso contrario, l'attacco frontale portato dal padronato sarà spiazzante per l'intera società.
Siamo dunque al fianco dei lavoratori, dei precari e del sindacato nella lotta per il lavoro, i diritti, la difesa delle garanzie conquistate con decenni di lotta oggi a forte rischio in tutti i settori produttivi e ci impegneremo sia a livello istituzionale che nelle lotte a difesa di questi interessi.

Monica Perugini
capogruppo Comunisti Italiani
Provincia di Mantova

monica ha detto...

Pagina 23 - Provincia LA GAZZETTA DI MANTOVA
DOMENICA, 31 AGOSTO 2008
«Iveco, dipendenti scaricati»
Il Pdci accusa: a rischio tutto il comparto produttivo
SUZZARA «E’ il mercato che decide» SUZZARA. La ripresa dell’attività produttiva, a partire dallo stabilimento Iveco di Suzzara che non rinnoverà il contratto di «somministrazione lavoro» a ben 400 dipendenti assunti nel recente passato per fronteggiare la forte richiesta di commesse di veicoli, deve destare grande preoccupazione in tutto il comparto sociale del territorio. A sostenerlo Monica Perugini, consigliere provinciale del pdci, che aggiunge. «Fino a pochi mesi orsono un’intera collettività, quella del Basso Mantovano, pareva ruotare attorno alle decisioni dell’azienda di potenziare, si è poi visto solo temporaneamente, la produzione di automezzi. Non solo quei contratti, dalla forma più odiosa, la somministrazione di manodopera, non verranno rinnovati, ma anzi i punti interrogativi oggi riguardano anche i contratti a tempo determinato e, più in generale, le prospettive di una produzione che dipende dalle dinamiche e quindi dalle condizioni internazionali». Per il pdci la legge 30, la cosiddetta legge Biagi, è la cornice istituzionale della situazione. «Rappresenta la filosofia di quello che il padronato vuole e sta realizzando - prosegue la Perugini -. Come si possano affrontare le prospettive relative la crisi occupazionale del mantovano, evitando di puntare il dito e quindi di impegnarsi a lottare contro l’origine del disastro è quanto meno ipocrita, deleterio per gli interessi e la stessa organizzazione della classe operaia e rischia di gettare nell’isolamento un’intera parte, quella economicamente più debole, delle società produttiva».
Gli esempi sono numerosi ed è «illusorio fingere che nulla sia cambiato nei rapporti socio economici, anche della nostra realtà territoriale. I comunisti italiani - conclude la consigliere provinciale - ritengono che solo la riaggregazione sociale nella lotta per la difesa del lavoro e dei diritti, del principio di eguaglianza e dei servizi pubblici di qualità, il rafforzamento della rappresenzanza politica della classe operaiia e del mondo dei lavori, possa agire da freno contro l’aggressione globale del padronato alle classi sociali meno abbienti. E’ ormai evidente che, in caso contrario, l’attacco frontale portato dal padronato sarà spiazzante per l’intera società. Siamo dunque al fianco dei lavoratori, dei precari e del sindacato nella lotta per il lavoro, i diritti, la difesa delle garanzie conquistate con decenni di lotta oggi a forte rischio in tutti i settori produttivi e ci impegneremo sia a livello istituzionale che nelle lotte a difesa di questi interessi».