IL PRIMO MAGGIO NON SI LAVORA: BASTA PRECARIATO! MANIFESTAZIONE di COMUNISTI ITALIANI e Sinistra Critica di Mantova alla "CITTA' della MODA" di BAGNOLO San Vito: dalla parte dei precari, per il lavoro, per la sicurezza sui luoghi di lavoro, contro i licenziamenti.
RIPRENDIAMO la LOTTA per il LAVORO, per i DIRITTI, per una SINISTRA dalla PARTE dei LAVORATORI e dei GIOVANI. Non si lavora il 1° Maggio, festa dei lavoratori, simbolo delle lotte del movimento operaio, dei comunisti, della sinistra italiana e del sindacato. Leggi il volantino nel post.
RIPRENDIAMO la LOTTA per il LAVORO, per i DIRITTI, per una SINISTRA dalla PARTE dei LAVORATORI e dei GIOVANI. Non si lavora il 1° Maggio, festa dei lavoratori, simbolo delle lotte del movimento operaio, dei comunisti, della sinistra italiana e del sindacato. Leggi il volantino nel post.
2 commenti:
IL PRIMO MAGGIO NON SI LAVORA: BASTA PRECARIATO! I COMUNISTI ITALIANI ALLA CITTA' DELLA MODA DI BAGNOLO S.V.: DALLA PARTE DEI PRECARI, PER IL LAVORO, PER LA SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO, CONTRO I LICENZIAMENTI.
RIPRENDIAMO la LOTTA per il LAVORO, per i DIRITTI, per una SINISTRA dalla PARTE dei LAVORATORI e dei GIOVANI.
Non si lavora il 1° Maggio, festa dei lavoratori, simbolo delle lotte del movimento operaio, dei comunisti, della sinistra italiana e del sindacato.
La profonda modificazione del mercato del lavoro, iniziata in questi anni e segnatamente con la legge 30 voluta dal governo Berlusconi / Maroni (o meglio, avviata prima ancora, col “pacchetto Treu” e poi inasprita e resa stabile dal secondo governo Prodi (vi ricordate il referendum sindacale dei 5 milioni di votanti? Riguardava proprio precariato e pensioni!) e di buona parte del centro sinistra di governo, tramite la nuova normativa sullo stato sociale, senza dimenticare la precedente normativa su TFR e pensioni integrative private, ha trasformato quello che la nostra Costituzione prevede come un diritto, in una sorta di elargizione, un favore fatto solo a certe condizioni, un ricatto pagato in eterno col prezzo della instabilità economica e di vita, in particolare per le nuove generazioni.
Come potrebbero i/le giovani impiegati/e nei negozi appartenenti alle grandi catene commerciali, protestare e ribellarsi contro tali ed altre gravi ingiustizie, quando sono assunti con contratti precari, spesso di pochi mesi, addirittura di settimane, a volte per il solo fine settimana, a ore, quasi sempre a par - time, oppure attraverso collaborazioni a partita IVA, se il rischio è quello di perdere il lavoro e quindi il futuro la disoccupazione?
Sinistra e sindacato non possono trascurare l’importanza di una simile situazione di precarietà che coinvolge intere generazioni e non potrà garantire futuro, non solo ai giovani ma ad un’intera società che non potrà più contare su una struttura socio - economica e culturale stabile, solidale, credibile e convinta della importanza dei diritti conseguiti con anni di lotte? Il caso della SOGEFI di Mantova, la spa metalmeccanica del gruppo Di Benedetti che in questi giorni ha licenziato oltre 200 operai scaricando sui lavoratori il prezzo della crisi dopo aver usufruito per anni, come tutto il padronato italiano, di benefici fiscali e rendite finanziarie sottotassate, la dicono lunga sul futuro che attende il mondo del lavoro se resterà privo di una autentica e coerente rappresentanza politica di classe.
Come è possibile che La Lega, un soggetto politico razzista, xenofobo, squadrista tenti di appropriarsi del 1° maggio, la festa dei lavoratori, dei comunisti e della sinistra e si candidi a paladina degli interessi dei lavoratori, dopo che il suo ministro Maroni ha istituzionalizzato il precariato attraverso la legge 30, dopo aver promosso un’altra legge, la Bossi/Fini sull’immigrazione, che considera gli immigrati alla stregua di merci, senza diritti e dignità, da impiegare a rischio quotidiano della vita nei lavori in nero o in quelli privi delle garanzie di sicurezza e dopo aver promosso in Lombardia, la Regione dove la fa da padrona, una norma sulla sicurezza sul lavoro che depotenzia i servizi di prevenzione, obbligando l’intervento solo quando si verificano incidenti?
Troppe contraddizioni, troppi silenzi, troppe rinunce a difendere i lavoratori e i giovani, troppa uguaglianza di contenuti nei programmi elettorali di destra come del PD, troppa arrendevolezza, anche a sinistra: il rischio è grande ed è quello di veder mettere a repentaglio il lavoro come diritto, la democrazia, il contratto di lavoro come strumento di unità ed eguaglianza di quella “moderna” classe operaia che sarà sempre più sfruttata se non riprenderà coscienza della propria situazione, se non riproporrà l’impegno e la lotta contro un padronato che vuole rappresentare tutti ma arricchire solo le proprie tasche a costo di devastare il tessuto sociale, aggredire l’ambiente, la salute della collettività purché i propri prodotti, le proprie “marche” alla moda, i propri simboli siano venduti a caro prezzo, disinteressandosi dei costi umani e sociali, delle condizioni di lavoro di chi li ha prodotti e li vende, dei diritti sanciti i u contratto collettivo che vogliono cancellare, del futuro di una società che non potrà comunque sopportare a lungo una simile devastazione delle risorse umane e naturali.
I Comunisti Italiani non accettano questa prospettiva come non modificabile: su questi contenuti rispondiamo tornando in piazza, riprendendo la lotta in difesa del lavoro e dei diritti, della stabilità e della sicurezza del lavoro, del futuro per le nuove generazioni, della democrazia e dell’antifascismo insieme a tutti coloro che faranno tale scelta di classe.
Partito dei COMUNISTI ITALIANI - Federazione di Mantova
Posta un commento