sabato 29 dicembre 2007

Ospedale S.Pellegrino:proteste tardive e risposte inqualificabili.Occorre tornare alla sanità pubblica.Intervengono Mergoni,Latini,Perugini del Pdci

E' stupefaciente la polemica che si è scatenata sulla Fondazione dell 'Ospedale San Pellegrino di Castiglione. Accorgersi oggi che un sistema del genere, basato su privatizzazione degli Ospedali periferici, svuotamento delle competenze attive delle ASL e smantellamento della pubblicità dei servizi alla persona, a partire dalle RSA, ha portato all'abbassamento della qualità dei servizi, con la conseguente richiesta di mobilità e trasferimento da parte dei lavoratori, è, a dir poco, tardivo, da parte dell'unico rappresentante della minoranza consiliare nella Fondazione, accortosi ieri della situazione comatosa della snaità locale, mentre giudichiamo inqualifiacbile la risposta del signor Nicchio, ovvero del padrone della sanità dell'alto mantovano. Tali repliche inriverenti, offensive e non rispettose delle problematiche legate all' ospedale ed ai servizi dati in gestione a tali soggetti, dovrebbero quanto meno far riflettere coloro che hanno accettato la destrutturazione dei servizi sanitari e scoiali e che trovano nella Lombardia l'archetipo organizzativo. Siamo sempre stati contrari alla proposta di delegare a Fondazioni, di fatto private, la gestione degli ex ospedali pubblici che a suo tempo erano stati talmente trascurati dall'ente pubblico da rischiare la chiusura, così che oggi Nicchio, come altri, possono atteggiarsi a salvatori della patria: anche poche settimane fa abbiamo avanzato nel consiglio comunale di Castiglione una interrogazione affinchè le commissioni di garanzia e scientifica del San Pellegrino possano assolvere autentici compiti di controllo e non essere relegate a un puro ruolo formale, come avviene oggi. Serve dunque una riflessione che avanziamo agli alleati del PD, sulle condizioni della sanità e dei servizi nell'alto mantovano: è possibile che in questa zona della provincia tutto (ospedali di Castiglione, Volta, Case di Riposo, servizi) possa essere gestito da un unico soggetto privato, mentre altrove ne imperano altri, così che nello stesso territorio esistono "repubbliche a parte", alla faccia di quella eguaglianza nel rendere i servizi pubblici che la nostra Costituzione garantisce come diritto fondamentale? E' sostenibile che la riforma sanitaria, avallata dalla recente presa di posizione dello stesso PD in Regione, permetta tali storture, tutte a danno dei cittadini e delle stesse istituzioni che, in pratica, non hanno più alcuna possibilità di controllo su servizi determinanti, gestiti spudoratamente (eloquenti le dichiarazioni in merito di Nicchio!) solo in funzione di prospettive economiche e gestionali? Il teatrino delle contese sulle nomine e delle proteste tardive su condizioni ormai consolidate, deve finire: occorre da subito, soprattutto da parte di chi ha più potere, uscire dalla ambiguità che ha portato a tali risultati e quindi lottare davvero perchè il controllo sulle gestioni da parte degli enti pubblici sia garantito; occorre conoscere con esattezza, trasparenza e immediatezza lo stato dei servizi, i risultati, le utenze perse a favore di altre strutture, le condizioni dei lavoratori e dei contratti stipulati, con conseguenti poteri di intervento concreto: proprio il contrario di quanto avviene oggi, per giungere ad una proposta compiuta di riforma che porti al ripristino autentico della sanità pubblica di qualità.